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I giovani e la conoscenza economica finanziaria: a che punto siamo.

L’Osservatorio Internazionale EduFin Pictet Asset Management ha da poco presentato i risultati della ricerca 2023 condotta su 5.000 persone, sia investitori finali con patrimoni finanziari da 10.000 euro a oltre 5 milioni di euro, sia studenti, universitari e over 25 che non hanno ancora investito i propri risparmi. L’indagine, che si svolge ogni anno, si rivolge a un campione di cittadini in Italia, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito.

I risultati

In generale è emerso un crescente interesse per le tematiche finanziarie, con l’85% degli intervistati che ha dichiarato di essere molto o abbastanza interessato agli argomenti che attengono alla finanza, agli investimenti e alla borsa e una buona percentuale afferma che “sa di non sapere” e quindi vorrebbe aumentare le proprie competenze finanziarie. In particolare, chi ha risposto di avere un livello di conoscenza di economia e finanza basso, ma con la volontà di aumentarlo, è cresciuto dal 31% del 2021 al 39% del 2023.

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In Italia sono soprattutto i giovani ad essere consapevoli dell’importanza di gestire bene le proprie finanze, ma si sentono spesso disorientati e insicuri di fronte a scelte e situazioni complesse. Inoltre, hanno una conoscenza finanziaria inferiore alla media europea, risentono delle differenze di genere, di scarsa istruzione nelle scuole e nelle famiglie, di un contesto socio-economico che presenta sfide e incertezze per il futuro come la disoccupazione, la precarietà, la sostenibilità e la digitalizzazione e di una scarsa propensione all’utilizzo di servizi finanziari di base, come il conto corrente o la carta di pagamento, che limita le opportunità di accesso al credito e al risparmio.

Su piano europeo, tuttavia, la situazione non è comunque rosea. Nonostante la maggiore consapevolezza e l’accresciuto interesse per le tematiche finanziarie, questo difficilmente si traduce in un comportamento virtuoso di investimento, prevalentemente a causa di una persistente lacuna di competenze e di fiducia. Infatti, mentre il fattore tempo sembra avere meno peso (solo il 7% lo ha indicato come uno degli ostacoli all’educazione finanziare, contro il 10% del 2021) la percezione di una mancanza di contenuti e referenti adeguati cresce rapidamente. Questa opzione è stata infatti indicata dal 35% degli intervistati, registrando un trend in crescita rispetto al 30% che nel 2022 aveva indicato anche questa risposta. Le percentuali maggiori in relazione a questo tema si riscontrano tra i giovani, che passano dal 39% del 2021 al 45% del 2023 e tra i private che dal 37% raggiungono il 41% e sono i due gruppi che dedicano più tempo allo studio di tematiche economico-finanziarie.

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In merito agli strumenti preferiti per informarsi, cresce l’utilizzo dei social network: nel 2021 si attestavano al 27% coloro che li sceglievano, quest’anno la quota è salita al 34%. Seguono gli eventi digitali, indicati dal 23% degli intervistati, e i video web tutorial dal 17%, mentre sono in calo carta stampata e televisione, rispettivamente scelte dal 9% e al 12%.

Entrando più nello specifico, si scopre che i canali più utilizzati per aggiornarsi e confrontarsi con gli esperti su tematiche finanziarie sono: Instagram che la fa da padrone con il 27% delle risposte, seguito da LinkedIn con il 20% e Facebook con il 17%, scarso l’utilizzo di Tik Tok e Telegram.

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Per quanto riguarda il tipo di investimento, la maggior parte degli investitori, in tutti i paesi presi in analisi, sceglie di investire in obbligazioni e titoli di stato, in particolar modo in Italia con un 45% e in Spagna con un 40%. Gli investimenti in azioni più alti sono, invece, nel Regno Unito, con un 23%. Il mercato immobiliare attira una percentuale simile di investitori in tutti i paesi, con un 25% in UK come valore più alto e un 18% in Germania come valore più basso.

Conclusioni e obiettivi

Nonostante l’interesse dei giovani nei confronti di economia e finanza stia aumentando, in Italia la conoscenza di questi temi è ancora piuttosto bassa, così come la consapevolezza della grande inesperienza e impreparazione. Questo può comportare rischi e conseguenze negative per il loro futuro, come l’indebitamento eccessivo, la scarsa diversificazione del portafoglio, la mancata previdenza complementare, e la vulnerabilità alle truffe e alle frodi finanziarie.

Per questo motivo, sono state promosse diverse iniziative per diffondere e rafforzare l’educazione finanziaria tra i giovani, sia a livello statale che da parte di enti privati. Tra queste, si possono citare:

Il disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri ad aprile 2023, che prevede l’inserimento dell’educazione finanziaria come insegnamento scolastico all’interno dell’educazione civica.

Il Mese dell’Educazione Finanziaria, organizzato ogni anno dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, che propone eventi, iniziative e risorse gratuite per sensibilizzare e informare i cittadini sulle tematiche finanziarie.

Il progetto Edufin Scuole, promosso dalla Banca d’Italia, che offre materiali didattici, giochi e simulazioni, percorsi formativi e laboratori per gli studenti e i docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado.

Tra gli obiettivi che si propongono queste iniziative ci sono:

Sviluppare la capacità di gestire il proprio denaro in modo responsabile e consapevole, tenendo conto delle proprie esigenze e delle proprie possibilità;

Acquisire le conoscenze di base per comprendere il funzionamento dell’economia, del mercato, delle istituzioni finanziarie e dei prodotti e servizi offerti.

Imparare a valutare criticamente le informazioni e le fonti economico-finanziarie riconoscendo le possibili truffe e frodi;

Promuovere una cultura finanziaria inclusiva, sostenibile e solidale, che tenga conto degli impatti sociali e ambientali delle proprie decisioni economiche.

Fonte: PicTet Asset Management

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